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L'opera, composta da Giuseppe Maurizio Campini, fornisce un quadro d'insieme delle tradizioni cittadine, degli edifici ecclesiastici, delle comunità e degli ordini religiosi presenti a Monza e nel suo circondario. L'aspetto del borgo vi è fissato alla vigilia degli eventi politici che ne avrebbero segnato il volto moderno: le soppressioni giuseppine e napoleoniche, gli interventi urbanistici susseguitisi a partire dall'Ottocento e intensificatisi con l'Unità d'Italia, le opere pubbliche realizzate durante il Ventennio fascista, che hanno cancellato chiese e monumenti descritti dal canonico monzese.